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INDENNITA 1751 C.C. AI FINI DEL QUANTUM VANNO CONSIDERATE ANCHE LE PROVVIGIONI PERSE PER EFFETTO DEL RECESSO AZIENDALE

Merita di essere portata all’attenzione dei lettori la recente sentenza del 2023 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea  che ha fatto chiarezza sulla nozione di provvigioni perse indicate  tra le circostanze del caso dall’art. 1751 c.c.  da prendere in considerazione ai fini della quantificazione equitativa dell’indennità   di cessazione del rapporto in favore dell’agente da liquidare al termine dell’incarico in caso di recesso del preponente.  Va evidenziato come l’art.17 paragrafo 2  della direttiva 86/653 relativa al coordinamento dei diritti degli Stati membri  concernenti gli agenti commerciali indipendenti  recepita in Italia con la nuova fromulazione dell’art. 1751 c.c. ha predisposto un sistema di indennizzo dell’agente commerciale che si articola in tre fasi. La prima volta a quantificare i vantaggi del preponente derivanti dagli affari procurati dall’agente con la clientela esistente e/o con quella sviluppata per effetto della sua attività promozionale;  la seconda fase volta a verificare se l’importo determinato su tali criteri sia equo tenuto conto di tutte le circostanze del caso tra cui le provvigioni perdute per effetto del recesso dell’agente: la terza ed ultima fase relativa all’importo dell’indennità che non può superare un massimale dato da una annualità  sulla media delle provigioni percepite negli ultimi cinque  anni di rapporto o se di durata minore nel periodo contrattuale intercorso.  Si tratta dunque di indennizzare il plusvalore generato per il preponente. Da ciò deriva quindi che l’indennità in questione deve comprendere anche le provvigioni che l’agente commerciale avrebbe percepito  in caso di ipotetica prosecuzione del mandato.  La Corte comunitaria ha quindi stabilito che l’art. 17 sopra citato deve essere interpretato nel senso che ai fini della quantificazione dell’indennità 1751 c.c. si deve tener conto anche dei meriti acquisiti dall’agente e rappresentati dalle provvigioni maturate per effetto degli affari sviluppati nel corso del mandato che costui non potrà più maturare.

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